Chiesetta di Piedigrotta, il sindaco Callipo replica a Nicotra: «Le sue dichiarazioni rafforzano le nostre perplessità sulla vicenda»

Relativamente a quanto affermato dall'ex sindaco di Pizzo, Fernando Nicotra, in merito alla vicenda legata alla Chiesetta di Piedigrotta, l'attuale primo cittadino, Gianluca Callipo, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«La conferenza stampa dell'ex sindaco Nicotra non fuga le nostre numerose perplessità sulla vicenda della Chiesetta di Piedigrotta, ma per certi versi addirittura le rafforza. Sottoponendo la questione all'opinione pubblica abbiamo voluto semplicemente rendere noti ai cittadini fatti precisi, nell'imminenza del versamento da parte del Comune della prima trance di 600mila euro del risarcimento complessivo di 800mila euro dovuto alla Signora Balotta, madre dell’ex sindaco.
A Nicotra avevamo chiesto di spiegare perché il Comune non avesse fatto ricorso nel 2008 contro la sentenza di condanna del Tar, nonostante le sollecitazioni in questo senso da parte del legale che aveva assistito l'Ente in giudizio. Davanti ai giornalisti, Nicotra ha risposto sostenendo che il Comune valutò la questione e ritenne non opportuno rischiare un appello perché la sentenza "acclarava pesanti responsabilità riguardanti anche le passate amministrazioni". Ebbene, premesso che il sindaco non avrebbe dovuto valutare alcunché perché era in palese conflitto d'interesse, io mi sono semplicemente limitato a chiedere se gli altri ne fossero a conoscenza. Nicotra ha riferito che anche gli altri consiglieri e assessori ne erano informati, quindi presumo che la valutazione di non ricorrere contro quella sentenza fu presa in modo collegiale. Inoltre, se era a conoscenza di comportamenti non regolari riconducibili ad altri amministratori, avrebbe dovuto renderli noti nelle forme e nelle sedi opportune.


Da sottolineare, poi, quando afferma che la questione del mancato appello era nota a tutti i rappresentanti della maggioranza, compreso dunque l'allora ex vice sindaco Holmo Marino, lo stesso che oggi, dai banchi dell'opposizione, sostiene di non averne mai saputo nulla. Come abbiamo sempre creduto, sembra davvero improbabile che, su una questione come questa, Marino non fosse a conoscenza di come stavano le cose.
Infine, non cerchi Nicotra di confondere le acque accusandomi di non ricorrere contro la sentenza civile del 2013 che ha stabilito in 800mila euro l'entità del risarcimento (altra cosa rispetto al giudizio ormai definitivo che sancì le responsabilità del Comune). Perché dovremmo ricorre contro una decisione che, proprio grazie alla nostra recente richiesta di una nuova perizia, ha ridotto la valutazione del risarcimento, comunque dovuto, dagli iniziali 2 milioni di euro agli attuali 800mila euro? Ovvio, dunque, che non lo faremo, perché significherebbe pregiudicare una sentenza più favorevole in termini economici per il Comune. Insomma, il suo mi sembra un maldestro tentativo di mischiare le carte giocando sulla complessità processuale della vicenda». 

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