Cultura, domani al Castello Murat la presentazione del nuovo libro di Enzo Ciconte "Storia dello stupro e di donne ribelli"
Domani, martedì 26 agosto, alle ore 21.00, presso il castello Murat di Pizzo, si terrà la presentazione del libro “Storia dello stupro e di donne ribelli”, di Enzo Ciconte, su iniziativa organizzato dall’assessorato comunale alla Cultura, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Vibonese.
«Lo stupro non esiste - si legge nella quarta di copertina del libro edito da Rubbettino Editore - l'hanno detto in tanti; una folla di tutte le età e condizioni sociali, vecchi e giovani, ignoranti e colti. Dicevano: se la donna non vuole, l'uomo non riesce a violarla. La violenza? È la donna che la cerca. Tutto ciò non è vero. L'autore, con l'aiuto delle carte di migliaia di processi, ci fa incontrare donne che hanno avuto il coraggio di portare in giudizio gli stupratori che non hanno accettato di ritirare la denuncia in cambio di denaro o del matrimonio riparatore; ci descrive uomini violenti e padri incestuosi, ma ci fa scoprire altri uomini - i parenti delle vittime - che non si vendicano uccidendo, ma ricorrono alla giustizia; ci presenta giudici - tutti uomini - che emettono sentenze sorprendenti. Pagine dense e scorrevoli che delineano una nuova storia di donne e di uomini: francesi, inglesi, sammarinesi, settentrionali, meridionali, calabresi. Una storia in gran parte sconosciuta».
Alla presentazione del volume di Ciconte, oltre all’autore, interverranno il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, il direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, Gilberto Floriani, la Consigliera di parità della Provincia di Vibo Valentia, Vincenzina Perciavalle, e il docente di Sociologia urbana all’Università di Catania, Carlo Colloca, che modererà l’incontro. Lo stesso sarà introdotto dall’assessore alla Cultura del Comune di Pizzo, Cristina Mazzei, che, presentando l’iniziativa, ha dichiarato: «Il tema, quanto mai attuale, della violenza di genere ci spinge a fare anche a Pizzo una riflessione seria e documentata sulle radici sociologiche e culturali di un fenomeno odioso, contro il quale bisogna attrezzarsi anche dal punto di vista formativo. Il lavoro di Ciconte in questo senso, e attraverso il puntuale e considerevole lavoro documentale che sta alla base del libro, costituisce un utilissimo strumento di comprensione di una realtà molto più complessa di quanto non possa apparire».
«Lo stupro non esiste - si legge nella quarta di copertina del libro edito da Rubbettino Editore - l'hanno detto in tanti; una folla di tutte le età e condizioni sociali, vecchi e giovani, ignoranti e colti. Dicevano: se la donna non vuole, l'uomo non riesce a violarla. La violenza? È la donna che la cerca. Tutto ciò non è vero. L'autore, con l'aiuto delle carte di migliaia di processi, ci fa incontrare donne che hanno avuto il coraggio di portare in giudizio gli stupratori che non hanno accettato di ritirare la denuncia in cambio di denaro o del matrimonio riparatore; ci descrive uomini violenti e padri incestuosi, ma ci fa scoprire altri uomini - i parenti delle vittime - che non si vendicano uccidendo, ma ricorrono alla giustizia; ci presenta giudici - tutti uomini - che emettono sentenze sorprendenti. Pagine dense e scorrevoli che delineano una nuova storia di donne e di uomini: francesi, inglesi, sammarinesi, settentrionali, meridionali, calabresi. Una storia in gran parte sconosciuta».
Alla presentazione del volume di Ciconte, oltre all’autore, interverranno il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, il direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, Gilberto Floriani, la Consigliera di parità della Provincia di Vibo Valentia, Vincenzina Perciavalle, e il docente di Sociologia urbana all’Università di Catania, Carlo Colloca, che modererà l’incontro. Lo stesso sarà introdotto dall’assessore alla Cultura del Comune di Pizzo, Cristina Mazzei, che, presentando l’iniziativa, ha dichiarato: «Il tema, quanto mai attuale, della violenza di genere ci spinge a fare anche a Pizzo una riflessione seria e documentata sulle radici sociologiche e culturali di un fenomeno odioso, contro il quale bisogna attrezzarsi anche dal punto di vista formativo. Il lavoro di Ciconte in questo senso, e attraverso il puntuale e considerevole lavoro documentale che sta alla base del libro, costituisce un utilissimo strumento di comprensione di una realtà molto più complessa di quanto non possa apparire».
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