La giunta Callipo si mobilita contro la chiusura dell'ufficio postale alla Marina di Pizzo: «L'azienda si confronti con il Comune»


La giunta Callipo si mobilita contro la chiusura dell'ufficio postale della Marina di Pizzo, facendosi portavoce del dissenso dei cittadini e sottolineando i grandi disagi causati da questa decisione, soprattutto con riferimento ai residenti più anziani.
Per consolidare questa presa di posizione ed evidenziare con puntualità le varie problematiche legate alla soppressione della filiale, l'esecutivo comunale ha approvato una delibera con la quale esprime formale protesta per una scelta adottata in maniera unilaterale da Posteitaliane, «senza la dovuta concertazione con i responsabili del governo del territorio».
«È proprio la mancanza di confronto con l'azienda - spiega il sindaco Gianluca Callipo - a rendere la decisione di chiudere battenti difficile da digerire, perché appare quasi come un sopruso agli occhi della città, senza contare il fatto che l'unico ufficio postale che resterebbe in attività, quello nei pressi di Piazza della Repubblica, non riuscirebbe a far fronte alle esigenze dei cittadini del secondo comune vibonese in termini di densità di popolazione e con un territorio caratterizzato da una notevole estensione».
Da qui la decisione di sollecitare Posteitaliane a una maggiore sinergia con l'Amministrazione comunale. Nella delibera, infatti, si chiede all'azienda «di rivisitare  il piano di riorganizzazione con  la collaborazione delle istituzioni» per consentire al Comune stesso di mettere in atto iniziative che possano scongiurare riduzioni del servizio sul territorio napitino. In particolare, la giunta si riferisce implicitamente alla possibilità che possano essere individuati nuovi locali dove allestire l'ufficio postale, in alternativa a quelli utilizzati attualmente, sui quali pende un provvedimento di sfratto.
«Al di là però delle soluzioni specifiche che possono emergere da un confronto costruttivo - spiega Callipo - in questa fase è necessario parlarsi e ragionare insieme sul problema. La chiusura di un ufficio postale non può essere intesa esclusivamente come una semplice scelta di strategia aziendale, perché stiamo parlando di un servizio pubblico di primaria importanza rivolto all'intera collettività, che dunque deve poter esprimere in maniera efficace le proprie istanze».
Un concetto rimarcato nel documento approvato dalla giunta comunale, con il quale si chiede il coinvolgimento diretto della Prefettura, della Regione e del Ministero dello Sviluppo economico, al fine di istituire un tavolo di concertazione intorno al quale riunire le Amministrazioni locali, le organizzazioni sindacali e l'azienda per avviare «un confronto sulle reali esigenze del territorio ed evitare che la chiusura di un servizio al pubblico venga calata dall’alto».
«Questa non è una battaglia di principio - conclude Callipo -, ma la doverosa difesa di servizi essenziali in un territorio già fortemente provato dai tagli dei fondi pubblici e dalla crisi economica, che non può accettare un ulteriore depauperamento della qualità della vita». 



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