Caos rifiuti, in cinque anni tasse alle stelle e servizio da stalle Ricominciare dalla differenziata per liberare Pizzo dall'immondizia

Negli ultimi cinque anni, durante la gestione della fallimentare amministrazione targata Stillitani, la spesa sostenuta dal Comune di Pizzo per la rimozione dei rifiuti solidi urbani e per lo spazzamento delle strade è passata da 800mila euro a un milione e mezzo di euro l’anno. Praticamente il doppio. Se ne deduce che, allo stesso modo, la qualità e l’efficienza del servizio dovrebbero essere raddoppiati. Dovrebbero. Manco a dirlo, il condizionale è d’obbligo, perché come ogni cittadino di Pizzo ha avuto modo di costatare suo malgrado, la situazione rifiuti in città è catastrofica. Negli ultimi anni, strati geologici di mondezza si sono accumulati in tutte le aree urbane, offrendo, soprattutto d’estate, uno spettacolo indecoroso per una città che ripone nel turismo le sue principali aspirazioni di crescita e sviluppo.
A fronte di ciò,  l’importo della tassa sulla spazzatura in alcuni casi si è quintuplicato, come per i lidi balneari, passati nel solo 2010 dal pagare poco più di 1 euro a ben 5 euro a metro quadro. In altre parole, questi operatori turistici, che tra pertinenze e spazi esterni gestiscono strutture con superfici molto estese, si sono visti recapitare  bollette per la Tarsu che ammontano a diverse decine di miglia di euro, per giunta in un momento di forte crisi del turismo locale.

Costi insostenibili che gravano in misura differente anche sugli altri comparti produttivi e sulle famiglie, costrette a fare i conti con situazioni paradossali ed al limite della disubbidienza civile.
Pagare cifre esorbitanti per un servizio rifiuti che non funziona e ritrovarsi con i turisti  disgustati dalla vista e dalla puzza dell’immondizia non raccolta, non è solo una beffa, è un sopruso per l’intera città.
Intanto, mentre le tasse sono cresciute e la qualità del servizio è diminuita fino a toccare i minimi storici durante lo stop di protesta da parte delle ditte incaricate della rimozione, perché non pagate dal Comune oberato dai debiti, la raccolta differenziata è restata ferma al palo. Quella che doveva essere la soluzione è rimasta una chimera inafferrabile, incollata a percentuali risibili incapaci di innescare quel ciclo virtuoso che altrove rappresenta da molti anni una realtà consolidata, ormai addirittura scontata. E non certo per colpa dei cittadini, che non vengono messi nelle condizioni di differenziare e conferire correttamente i rifiuti domestici.
È da qui, dunque, che occorre ripartire, dalla raccolta differenziata mai davvero realizzata e dal coinvolgimento concreto dei pizzitani, facendo leva sulla voglia di riscatto che pervade la città, pronta a dimostrare a se stessa e ai turisti che Pizzo è differente.

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