Ambiente, il Comune di Pizzo promuove la messa in sicurezza e la bonifica della vecchia discarica in prossimità della foce dell'Angitola

Una discarica vista mare, a 50 metri dalla battigia, a 250 metri dalla foce del fiume Angitola e dalle omonime dune sabbiose da tempo dichiarate Sito di interesse comunitario (Sic). Uno scempio che risale agli Anni '50, quando in quest'area si cominciarono a sversare i rifiuti solidi urbani di Pizzo. Altri tempi, certo, ma lo stop alla discarica è arrivato soltanto nel 1997, quando fu posta sotto sequestro. Da allora il cumulo di rifiuti - alto circa 10 metri, lungo 130 e largo 55, per un totale di oltre 40mila tonnellate di materiale inquinante - è rimasto lì, ricoperto di erba e arbusti, come un'innocua collinetta da dove è possibile spaziare con lo sguardo su tutto il Golfo di Sant'Eufemia. Un capitolo mai chiuso, dunque, sul quale l'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianluca Callipo ha deciso di mettere la parola fine, promuovendo innanzitutto la messa in sicurezza della vecchia discarica, con l'obiettivo ancora più ambizioso di bonificare completamente l'area, rimuovendo i rifiuti e ripristinando lo stato originario dei luoghi.
Per far ciò, il Comune ha promosso e realizzato un progetto molto articolato che ha ottenuto recentemente il via libera del Ministero dell'Ambiente, con un primo finanziamento di poco più di un milione di euro. Ancora troppo pochi per procedere alla bonifica completa (per questa occorrono circa 7 di milioni di euro), ma sufficienti per avviare un primo lotto funzionale, cioè una serie di lavori finalizzati a ridurre il rischio d'inquinamento ma comunque utili al proseguimento dell'intervento di bonifica.
Il progetto è stato presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa e di un sopralluogo sul sito in questione. All'incontro con i giornalisti, oltre al sindaco Callipo, hanno partecipato l'assessore all'Ambiente Fabrizio Anello ed i progettisti Carlo Artusa (geologo) e Francesco Morabito (architetto), che hanno redatto lo strumento progettuale per conto della società che a suo tempo si aggiudicò la relativa gara.
«L'obiettivo del Comune è quello di cancellare una volta per sempre questo scempio, bonificando l'area, che oltre ad avere un alto valore paesaggistico, ha una grande rilevanza ambientale, perché limitrofa alle dune dell'Angitola - ha spiegato Anello -. Ma siamo consapevoli che si tratta di un intervento costosissimo, quindi abbiamo deciso di procedere elaborando un progetto preliminare che offre due diverse soluzioni, cioè la messa in sicurezza permanente, meno costosa, e la bonifica vera e propria, con la rimozione dei rifiuti. Il fatto che il ministero abbia approvato il progetto e liberato una prima tranche di risorse pari a circa un milione di euro, ci induce a ritenere che ci siano buone possibilità che si arrivi al finanziamento per la bonifica complessiva».
Ne è convinto anche il sindaco Callipo, che ha ricordato la recente sentenza della Corte europea di giustizia, che ha inflitto all’Italia una multa di 40 milioni di euro per il mancato rispetto della normativa Ue in materia di gestione dei rifiuti e delle discariche, a cui si aggiungerà una sanzione di 42,8 milioni per ogni semestre futuro fino alla messa in regola delle 218 discariche illegali presenti sul territorio italiano.
«Sotto la spinta di questa sentenza - ha spiegato il primo cittadino - sono convinto che presto i fondi destinati agli interventi di bonifica saranno aumentati. D'altronde puntiamo al risultato migliore, cioè la rimozione totale dei rifiuti e il ripristino dei luoghi. Ma abbiamo pronta la soluzione alternativa, perché qualora le risorse non fossero integrate in breve tempo, il nostro progetto prevede anche la meno costosa messa in sicurezza con la tecnica del cupping, cioè l'incapsulamento dell'intera discarica, anche per la parte presente nel sottosuolo. L'approvazione del nostro progetto, quindi, è un primo importantissimo passo verso la soluzione di un problema dimenticato, verso il quale abbiamo sentito il dovere di agire, nonostante le grandi difficoltà finanziarie che comporta l'intervento».

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